Quinto Adonde vas? Dopo la partita ad Indovina Chi e consegnato il tubo, me ne andai a dormire. Penelope, sentendomi entrare nel letto, si fece ancora più in là e quindi capii che non mi rimaneva che abbandonarmi al sonno perché ...
Quarto Il tubo Ora se sono stato abbastanza bravo o sufficientemente ellittico nel raccontarvi quello che mi è successo, vi starete chiedendo cosa c’è nel Tubo che il mercoledì passava di mano tra me e i miei amici. Era già passato ...
Terzo Condizionale dell’irrealtà Come vi avevo detto prima, mercoledì scorso, come ogni mercoledì, ci siamo incontrati a casa mia. Nel corso degli ultimi anni abbiamo sperimentato un po’ di tutto, tipo poker, Play Station, film, ma da diversi mesi a questa ...
Secondo Gli spannometrici Avete presente che vi avevo detto che noi uomini abbiamo bisogno delle routine? (Oltre che delle ruotine come i criceti, naturalmente). Ecco, la situazione ha iniziato ad aggrovigliarsi mercoledì, proprio il giorno della serata con i ragazzi, ...
Primo La Sfuga Il setto nasale si rompe con un rumore secco e deciso. Un crack e il cervello sembra scivolare giù dalla calotta cranica, uscendo a grumi dalle narici. In realtà è sangue, talmente rosso che diventa marrone, quasi nero. ...
Undicimaggio. Lo scrivo tutto attaccato da un anno a questa parte. Perché in fondo il tempo non è altro che un fluire di attimi che si tengono per mano, così vicini che dove finisce uno inizia l’altro. Quel fluire ...
Andrà tutto bene. Lo dicevi sempre, perché mi metteva tranquillità, perché ti piaceva l’effetto che faceva, perché, forse, lo pensavi davvero. Andrà tutto bene. Lo hai ripetuto fino alla fine, con il filo di voce che ti era rimasto. ...
Ecco, se io fossi un angelo, tutto il mondo girerei. Andrei in Afganistan e più giù in Sudafrica, a parlare con l’America e, se non mi abbattono, anche coi russi parlerei. Ci vorrebbe un angelo perché noi si sta ...
Ho guardato tutto di te. Ho provato a non perdermi nemmeno un secondo, un dettaglio, una mossa. Ho aspettato che i tuoi capelli sbucassero da quella canotta rossa, un parto di tessuto. Il tuo numero 64, che non lego a nessun ricordo ...
Ci sono sofferenze che riescono a penetrare in profondità e che scavano a poco a poco cuore, polmoni e pancia. Rimangono lá in fondo, schiacciate dal vuoto che hanno lasciato dietro di sè. Quelle sofferenze corrodono la carne, corrodono i sorrisi, ...
Mi chiamo Mauro Di Nuzzo. Ho due figli: Viò di sette anni e Fil di diciottomesi. Anzi sono loro che hanno me. Nel senso che si sono presi tutto. E si sono presi anche Lei la mamma, che è diventata la loro prima complice. Prima stavi come un papa, adesso sei un papà. Come cambia la vita per un accento.